La retorica del sacrificio ad ogni costo in nome di un obiettivo superiore fa danni irreparabili: l’idea che senza sofferenza, senza stare male e che soffrendo solo per il gusto di soffrire non si possa ottenere niente di buono, niente che possa essere considerato socialmente accettabile, figuriamoci se di successo. C’è una differenza enorme tra lavorare per un obiettivo facendo la giusta fatica e utilizzando tutte le risorse che una persona è in grado di mettere in campo, e l’idea che uno debba annullarsi, uccidersi di fatica, di allenamenti e di sofferenza gratuita per raggiungere qualcosa di buono. Sempre più atleti si stanno accorgendo che non è così, che atleti sani, felici e in equilibrio con se stessi e con il mondo che li circonda sono quelli meglio in grado di performare e di avere una carriera longeva e di successo sul lungo periodo.
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