Scalare una montagna vuol dire lasciare a valle ansie e paure. Si arriva in cima per perdersi nella serenità e nella soddisfazione di un’impresa, e contemplare la grandezza della natura che ci circonda.A volte però accade l'eccezione. La paura ci insegue anche quando siamo quasi arrivati, anche quando dovrebbe lasciare il posto alla leggerezza.Il gruppo si muove seguendo una traccia che attraversa il ghiacciaio in diagonale. Lungo il cammino si scorgono i resti del primo rifugio, oramai irraggiungibile, e si sente l’eco di quanto avvenuto il 3 luglio 2022. Quel giorno, una mole di ghiaccio di migliaia di tonnellate si è staccata dalla vetta della montagna, e ha travolto le persone che si trovavano lungo la stessa via che sta percorrendo Enrico. Quei momenti sono rivissuti grazie al contributo di Elisa Dalvit, superstite di quella tragica domenica d’estate. Le cause del crollo sono invece discusse e analizzate insieme al glaciologo Anselmo Cagnati, che spiega perché in questo caso il colpevole è chiaro e si chiama climate change.