Recitazione a memoria dell’undicesimo canto dell'Inferno di Dante Alighieri.
In questo canto Virgilio sfrutterà un momento di pausa lungo il cammino, necessario per abituarsi alla puzza tremenda che risale dall’abisso infernale, per spiegare la struttura di tutto l’interno e la logica che lo sostiene.
Scopriremo che da qui alla fine mancano ancora tre cerchi, tutti abitati da anime che hanno commesso peccati di malizia, azioni premeditate volte a far danno al prossimo.
Scopriremo che l’azione “maliziosa” può essere portata a termine con l’uso della forza o con l’uso della frode, dell'inganno. Scopriremo perché la violenza, nell’ottica divina, è meno grave della frode.
Scopriremo anche che la forma di frode più grave di tutte è quella rivolta contro chi si fida di noi e per questo, i traditori, occuperanno il cerchio più basso di tutto l’inferno, lo stesso cerchio dov’è conficcato Lucifero.
Negli ultimi minuti Virgilio ci spiegherà una volta per tutte cosa distingue i peccatori dei primi 5 cerchi da quelli degli ultimi 4 cerchi contenuti dentro alle mura della Città di Dite e spiegherà anche perché l’usura è da intendersi come un peccato contro Natura.
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