International Trade Economics

Da più di sessant'anni è, insieme al Wto e alla Banca mondiale - le altre due organizzazioni nate dagli accordi di Bretton Woods nel 1944 -, un pilastro dell'ordine economico internazionale. Ne sono prova gli interventi messi in atto dal Fondo monetario in molti paesi per fronteggiare la crisi dei mutui subprime, e il sostegno fornito alla Grecia, che nel maggio 2010 ha rischiato una bancarotta dello stato.

America is a smuggler nation. Our long history of illicit imports has ranged from West Indies molasses and Dutch gunpowder in the 18th century, to British industrial technologies and African slaves in the 19th century, to French condoms and Canadian booze in the early 20th century, to Mexican workers and Colombian cocaine in the modern era. Contraband capitalism, it turns out, has been an integral part of American capitalism.

When it comes to the afflictions of the global economy, almost everyone - and especially Donald Trump - is quick to point the finger of blame at the state of international trade. But what about unconstrained capital flows? Unfettered capital has resulted in a string of financial and economic crises that have left our political systems strained and dialogue corroded. The once perceived benefits of openness have been cast to the wayside and the cracks in the global order can no longer be ignored.

È giusto cancellare il debito dei paesi più poveri? In che misura può contribuire a combatterne la povertà? Come agisce in questo campo la comunità internazionale? Personalità di governo e celebrità del mondo dello spettacolo, gruppi religiosi e Ong hanno attirato negli ultimi anni l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale su questo tema. E si è andata affermando la convinzione che il debito del Terzo mondo sia la più tipica espressione del dominio del ricco sul povero e che sia quindi moralmente giusto abolirlo.