• Crescere a Gorizia a cavallo del nuovo millennio da «Gorizia e Nova Gorica: capire il confine»

  • Feb 9 2025
  • Length: 17 mins
  • Podcast

Crescere a Gorizia a cavallo del nuovo millennio da «Gorizia e Nova Gorica: capire il confine»

  • Summary

  • Lingue, minoranze e confini

    Gorizia non è la mia città natale, ma è stato il luogo che mi ha formata in modo sostanziale e in cui ho frequentato i cinque anni del liceo e un anno di università.
    Entrambi gli istituti si trovano a qualche centinaia di metri dal confine con la Slovenia: il primo vicino al valico di San Gabriele, il secondo a quello di Casa Rossa.
    L'istituto D'Annunzio non fu la mia prima scelta, all'inizio volevo frequentare il liceo scientifico di Monfalcone, poi la mia migliore amica mi disse: «vieni a Gorizia con me, lì c'è una scuola con un indirizzo speciale dove potremmo studiare ben tre lingue straniere», una prospettiva di arricchimento linguistico che catturò la mia mente.
    Era il 1998, e si potrebbe giustamente immaginare come, a cavallo del nuovo millennio e alla luce dei processi di avvicinamento il corso dei paesi dell'Est Europa alla Comunità Europea, a Gorizia regnasse un gran fermento legato alla consapevolezza della specificità della nostra terra di confine. Purtroppo, l'atmosfera era tutt'altro che frizzante e la città appariva appiattita in un clima pesante popolato da ingombranti ricordi bellici che si propagavano nelle innumerevoli rapidi, nei monumenti in onore della sua italianità e dei suoi martiri.
    Questi riecheggiavano in maniera quasi ossessiva anche nella toponomastica, come in via Balilla, proprio dietro la nostra scuola, nelle vie dedicate alle varie brigate - Casale, Pavia, Etna, Cuneo, Treviso... - e generali - Cadorna, Papa, Paolini - nonché nella presenza dell'ossario di Oslavia, talmente imponente e suggestivo che io e la mia migliore amica un giorno decidemmo di visitarlo marinando le elezioni.
    A scuola capitava spesso di sentire pronunciare epiteti inaccettabili contro gli sloveni, soprattutto il tipico "s’ciavi" (schiavi), tutte espressioni indicante disprezzo verso gli slavi in generale.
    La situazione scolastica goriziana risultava essere in un certo senso "ghettizzata": noi italiani nelle nostre scuole, gli sloveni nelle loro, seppure con delle eccezioni: ovvero dei rari casi gli sloveni nelle scuole italiane.

    Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Gorizia e Nova Gorica: capire il confine» https://penisolabella.blogspot.com/2025/01/audiolibro-gorizia-e-nova-gorica-capire.html

    L'antropologa Giustina Selvelli indaga la frontiera tra Italia e Slovenia, sovrapponendo la sua biografia personale, intima e soggettiva, alla storia della frontiera, delle genti che la abitano, delle politiche che la fanno sparire e poi riemergere a seconda dei casi.Un resoconto appassionante e documentato che getta luce su aspetti socio antropologici emblematici per comprendere che cosa significa abitare una terra di frontiera.
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