Silenzio. Per rimettermi in contatto con me stesso. Tutto spento. Finalmente sento solo l’aria, gli insetti, gli uccelli, l’acqua, la vita che scorre. Quella vera. Sento il mio sangue nelle vene. Sento il cuore che batte. Ed ecco, la nebbia si dirada e posso vedere l’orizzonte. Guardo il passato, la strada percorsa. Nulla è davvero cambiato. Solo dettagli: tecnologia, facce, colori. Ma il disegno è sempre lo stesso, una energia folle generata dalla paura e dalle speranze in perenne equilibrio. Non lo puoi raccontare, passi per uno originale. In fondo ti basta aprire un quotidiano per vedere la realtà. Sempre ammesso che ti stia raccontando davvero la realtà.