Quando Matteo e Giovanna raccontarono della scoperta importante relativa al medioevo ed in particolare della nascita a Calaone di Beata Beatrice II e III d'Este, si trovarono un muro davanti. Sembrava che queste notizie importanti dovessero rimanere un patrimonio privato in mano di pochi eletti. Si trovarono non solo con molte pagine strappate di opere e giornali contenuti in biblioteche ed archivi di Stato, ma quando pubblicarono la ricerca su internet furono addirittura bannati dal motore di ricerca per più di un anno!
In "The Erinni case" Matteo e Giovanna descrissero alcuni di questi intrighi con i quali si sono scontrati. Quando furono convocati in caserma per l'incidente del 25 marzo, il maresciallo gli prendeva in giro usando il termine "la ricerchina" per riferirsi alla loro scoperta. Matteo e Giovanna erano ben coscienti di non essere degli storici, ma quella "ricerca" aveva creato ulteriori problemi in zona che non andavano sottovalutati. Tra l'altro vi era anche un piccolo esposto che parlava di questo tra i documenti spariti a Roma per cui non vi era tanto da scherzare. All'epoca però il maresciallo trattava Matteo e Giovanna come fossero dei dementi e purtroppo sparse queste sue idee su tutti i luoghi dove Matteo e Giovanna tentarono di rifarsi una vita.
In ogni caso per capire i misteri di tutta la storia, è importante andare oltre le righe scritte e capire come nel territorio l'esoterismo coinvolgeva lo "sfruttamento" di questi santi anche a livello di figure politiche importanti.