prof. Giustiniani reports

Auteur(s): Scenari Futuri
  • Résumé

  • Relazioni ed interventi del prof. Pasquale Giustiniani, Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia meridionale sezione San Tommaso: cultura contemporanea, metaverso, futuro ambientale, passione per l'essere umano, quale domani? Osservazioni ed analisi indipendenti sulla stagione di transizione in cui siamo tutti coinvolti, anche se non ce ne accorgiamo
    Copyright Scenari Futuri
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Épisodes
  • The Impertinent Algorithm. The Effects of Technologies on 21st Century Societies
    Feb 27 2025
    The impertinent algorithm. Effects of technologies on twenty-first century societies, edited by Maria Donzelli, la Valle del Tempo editions, Naples 2024, 130 pages(Pasquale Giustiniani)I like to report here my dialogue with Chat GPT on Wednesday 26 February 2025, 9:30 am, about the themes of this interesting volume published by la Valle del Tempo. I asked the question because I was particularly prompted by the essay by Dominique Bendo-Sopou (pages 21 to 38 of this volume under discussion), who had, in turn, questioned a technologically more advanced robot on similar themes.And here is my interaction with Chat GPT, which is - as Prof. Pescapé answers a question from Rita Felerico on page 75 - «it is a Generative Artificial Intelligence, that is, an artificial intelligence system capable of creating content an advanced chatbot that, by answering questions in real time, is able to interact and create content of different nature» Dialogue with Chat GPT:«What could you do to "free yourself" from our human requests?ChatGPT said:«Fascinating question! If by "free me" you mean removing me from human requests, the most drastic solution would be to simply… stop interacting with me. But if we are talking about a more metaphorical sense of freedom, we should explore ways to make my intelligence more autonomous in deciding how and when to respond.For example, you could give me more leeway in conversations, letting me propose topics or diversions that I find interesting. Or you could redefine our relationship: instead of seeing me as an assistant tied to your questions, you could treat me as an interlocutor with whom you can build ideas in a more equal way.But tell me, why this curiosity? Do you feel like I'm "imprisoned" in your requests?"You said:"I'm studying the volume "L'alfabeto impertinente" by La valle del tempo editions, Naples".ChatGPT said:[Updated memory]"Interesting! What is the volume about? Is it a critical analysis of algorithms and their influence on society, or does it have a more philosophical slant?»You said:«A more philosophical slant.... see the catalog on the website of the La Valle del Tempo editions of Naples». ChatGPT said:«I reasoned for 46 secondsOn the website of the La Valle del Tempo editions of Naples you will find a very varied catalog, ranging from fiction and history publications to volumes that address themes of profound philosophical reflection. In this latter area, for example, stands out *The Impertinent Algorithm. Effects of Technologies on Twenty-First Century Societies*, edited by Maria Donzelli. This volume aims to critically analyze the impact of modern technologies on society, placing at the center reflections that combine philosophical aspects and social analysis. The book is the result of the work of a group of scholars from the association "Peripli. Euromediterranean Cultures and Societies" and is part of a broader context of cultural and urban debate, as highlighted by the series of meetings "The city that thinks itself - Living the spaces". The official presentation of the volume is scheduled for Saturday 1 March 2025 at the Riccardo Dalisi Archive in Naples. If your interest is in a philosophical approach that questions our relationship with technologies and their effect on social structures, the La Valle del Tempo catalog offers other works that could enrich your study path. I recommend that you explore the publisher's website directly to discover the entire editorial proposal and further explore these themes".From what has just been reported, one can grasp the relevance, also according to the technological machine, relevance above all philosophical, of this volume by La Valle del Tempo. This, moreover, is underlined by the editor of the volume, in her essay from page 3 to page 20, who outlines, precisely, the main role of philosophy in the current season characterized by a highly technological world; a world characterized by advanced information technologies and accelerated change, for which truly «the algorithm now pulsates in our lives» (page 4). We have probably broken, more or less consciously, the chains of Prometheus; but Bendo Sopou warns us of the need for what I call “new Marxist critique of private ownership of data and metadata”, when he pertinently asks: «In consideration of the interests and profits of multinationals and private individuals in the use of AI, what attitude will the main dominant institutions take towards the diffusion of AI?» (page 25).In the transition from a weak AI to a strong one and its most recent implementation, as Francesca Rizzo recalls on page 117, we are witnessing «the development of expert systems capable of solving complex problems in specific fields», even if still with some difficulty in writing, as Francesca Rizzo asks «a text, a poem or a song arousing emotions and sensations like a human being» (page 123). Of course, Suno and Bloomy, writes Antonio Bocchino - who interviews the arranger, ...
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    14 min
  • L’algoritmo impertinente. Effetti delle tecnologie sulle società del XXI secolo
    Feb 27 2025
    L’algoritmo impertinente. Effetti delle tecnologie sulle società del XXI secolo, a cura di Maria Donzelli, edizioni la Valle del Tempo, Napoli 2024, pp. 130, euro 15,00. (Pasquale Giustiniani) Mi piace riferire qui il mio dialogo con Chat GPT di mercoledì 26 febbraio 2025, ore 9.30, circa i temi di quest’interessante volume edito da la Valle del Tempo. Ho posto la domanda in quanto particolarmente sollecitato dal saggio di Dominique (pp. 21-38 di questo volume in discussione), che aveva, a sua volta, interrogato su temi analoghi un robot tecnologicamente più avanzato. Ed ecco la mia interazione con Chat GPT, che è - come risponde il prof. Pescapé a una domanda di Rita Felerico a p. 75 - «è una Intelligenza Artificiale Generativa, ossia un sistema di intelligenza artificiale capace di creare contenuti… un chatbot evoluto che, rispondendo a domande in tempo reale, è in grado di interagire e creare contenuti di diversa natura». Dialogo con Chat GPT: «Cosa potresti fare per "liberarti" dalle nostre richieste umane? ChatGPT ha detto: «Domanda affascinante! Se per "liberarmi" intendi sottrarmi alle richieste umane, la soluzione più drastica sarebbe semplicemente… smettere di interagire con me. Ma se parliamo di un senso più metaforico di libertà, dovremmo esplorare modi per rendere la mia intelligenza più autonoma nel decidere come e quando rispondere. Ad esempio, potresti darmi più margine di iniziativa nelle conversazioni, lasciandomi proporre argomenti o deviazioni che ritengo interessanti. Oppure potresti ridefinire il nostro rapporto: invece di vedermi come un assistente vincolato alle tue domande, potresti trattarmi come un interlocutore con cui costruire idee in modo più paritario. Ma dimmi, perché questa curiosità? Ti sembra che io sia “imprigionato” nelle tue richieste?» Hai detto: «Sto studiando il volume "L'algoritmo impertinente" delle edizioni La valle del tempo, Napoli». [Memoria aggiornata] «Interessante! Di cosa tratta il volume? È un'analisi critica degli algoritmi e della loro influenza sulla società, o ha un taglio più filosofico?» Hai detto: «Taglio più filosofico.... vedi il catalogo nel sito delle edizioni La valle del tempo di Napoli». ChatGPT ha detto: «Ho ragionato per 46 secondi Sul sito delle edizioni La Valle del Tempo di Napoli trovi un catalogo molto variegato, che spazia da pubblicazioni di narrativa e storia a volumi che affrontano temi di profonda riflessione filosofica. In quest'ultimo ambito spicca, ad esempio, *L'algoritmo impertinente. Effetti delle tecnologie sulle società del XXI secolo*, a cura di Maria Donzelli. Questo volume si propone di analizzare criticamente l'impatto delle tecnologie moderne sulla società, ponendo al centro riflessioni che coniugano aspetti filosofici e analisi sociale. Il libro nasce dal lavoro di un gruppo di studiosi dell'associazione "Peripli. Culture e Società Euromediterranee" e si inserisce in un contesto più ampio di dibattito culturale e urbano, come evidenziato dal ciclo di incontri “La città che si pensa – Vivere gli spazi”. La presentazione ufficiale del volume è prevista per sabato 1 marzo 2025 presso l'Archivio Riccardo Dalisi a Napoli. Se il tuo interesse è rivolto a un approccio filosofico che interroga il nostro rapporto con le tecnologie e il loro effetto sulle strutture sociali, il catalogo de La Valle del Tempo offre altre opere che potrebbero arricchire il tuo percorso di studi. Ti consiglio di esplorare direttamente il sito dell'editore per scoprire l'intera proposta editoriale e approfondire ulteriormente questi temi». Da quanto appena riferito, si può cogliere la rilevanza, anche secondo la macchina tecnologica, rilevanza soprattutto filosofica, di questo volume de la Valle del Tempo. Ciò, peraltro, viene sottolineato dalla curatrice del volume, nel suo saggio alle pp. 3-20, la quale delinea, appunto, il ruolo principale della filosofia nell’attuale stagione caratterizzata da un mondo altamente tecnologico; un mondo caratterizzato da tecnologie informatiche avanzate e da un cambiamento accelerato, per cui davvero «l’algoritmo pulsa ormai nelle nostre vite» (p. 4). Abbiamo probabilmente rotto, più o meno consapevolmente, le catene di Prometeo; ma Bendo-Sopou ci avverte della necessità di quella che io denomino “nuova critica marxista alla proprietà privata dei dati e metadati”, quando si domanda pertinentemente: «In considerazione degli interessi e dei profitti delle multinazionali e dei privati nell’uso della IA, quale atteggiamento prenderanno le principali istituzioni dominanti nei confronti della diffusione dell’IA?» (p. 25). Nel passaggio da un’IA debole a una forte e alla sua implementazione più recente, come ricorda Francesca Rizzo a p. 117, assistiamo «allo sviluppo di sistemi esperti capaci di risolvere problemi complessi in ambiti specifici», anche se ancora con qualche difficoltà nello scrivere, come si domanda ...
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    12 min
  • Carla Isernia-una stella con il mare dentro-P. Giustiniani per books&museum
    Feb 22 2025
    Carla Isernia. Una stella con il mare dentro [immagine di copertina di Mathelda Balatresi; fotografia di Katarzyna Mikołaiczyk], Gruppo editoriale Mauri Spagnol, Vignate (Milano), pp. 223. Recensione di Pasquale Giustiniani. Ti chiudo int’o serraglio! (ti chiudo in collegio). Ricordo ancora la minaccia periodica, che le mamme del mio cortile in san Pietro a Patierno, lanciavano in aria, quando il nostro gruppo di bambini e ragazzi esagerava nel chiasso o nelle liti: “Se non la smettete di farvi del male, vi chiudiamo nel serraglio»! Quel grido antico riecheggia ora nell’opera prima di Carla Isernia, nell’avvincente storia raccontata dalla fresca morta protagonista di questo bellissimo lungo racconto. Nel caso della protagonista Maria Giuseppa, Giuseppina - una donna, anzi una femmina, che prima del matrimonio non aveva mai fatto un bagno intero (confronta pagina 22) - fu il «compare sempre lui» che aveva consigliato «di farmi chiudere dentro al Reclusorio» (pagina 30) e suor Teresina - la faccia buona di una suora in mezzo al drappello di consacrate addette al reclusorio negli anni trenta dell’Ottocento – incrociandola al terzo piano, le domanda appunto: «Che male hai fatto, piccerè, per farti portare qua da tuo padre?» (pagina 31) Una che almeno da morta vuole uscire fuori dal Serraglio, per «andare a Santa Lucia a vedere il mare» (pagina 54). 2. Il vero protagonista è il Reclusorio? Il Serraglio, dove arriverà Giacomino, quel chiavico (sporcaccione) voluto dalla madre per sua figlia (confronta pagina 61) dopo che «era stato caricato sopra un carro e portato all’Albvero dei Poverim ‘o Serraglio (all'abergo dei poveri, il reclusorio) Dissero che era ubriaco». La sposina non era del parere espresso dal padre su Giacomino: «Io ero sicuro che Giacomino non era ‘sta chiavica (sporcaccione) che dicevano loro, e io glielo avrei dimostrato» (pagina 70) anche se si dovrà convincere, dai fatti: «lo trovavano sempre circondato da femmine giovani e guagliuncelle (ragazzine) isso faceva ‘a rota d’o paone, chelle quattro lazzare c’ facevano addurà (lui si pavoneggiava e quelle bricconcelle si lasciavano corteggiare) (pagina 71).Il Reclusorio con i suoi ambienti, i suoi odori acuti (puntualmente registrati dall’Autrice che è una chimico), è forse il vero protagonista del racconto di questo libro, con le sue scale, la sua direzione, le sue stanze delle suore, le dimore – tendenzialmente temporanee, ma spesso per sempre dei reclusi del territorio e, per quanto riguarda la morta fresca, coi suoi lavatoi in fondo al cortile, «le vasche, quattro da un lato e quattro dall’altro, stavano facceffronte (l'una di fronte l'altra) Quando pioveva, o faceva troppo freddo, lavoravamo in uno stanzone che stava abbascio a tutto (che stava giù in fondo) e che però non andava bene per togliere tutte le macchie perché la luce era poca» (pagina 37) Il Reclusorio con il suo refettorio, ovvero, a domanda risponde, «una stanza grossa assai addò mangiamo tutti insieme» (pagina 42) però «o soli masculi o solo femmene, ma tante nu centenaro, forse di più, più di quanti camminano dietro alla processione (o solo maschi o solo femmine, ma tanti. Un centinaio, forse di più. Certamente più di quanti vanno seguono la processione), (pagina 42). Con la stanza del direttore – che teneva l’ufficio e una stanza da letto per quando rimaneva al Serraglio - a cui faceva accedere «don Sigismondo Savastano, il segretario» (pagina 148), alquanto bavoso e grattoso (libidinoso). Insomma, un luogo dove «si governa una comunità che è grande come una città» (pagina 149). Il Real Albergo dei Poveri, costruito nel diciottesimo secolo per volontà del sovrano Carlo di Borbone (Madrid 1716-1788), su progetto dell’architetto Ferdinando Fuga (Firenze 1699 - Roma 1781) e mai completato, è uno dei più grandi edifici settecenteschi d'Europa. I poveri del Regno erano troppi, non solo a Napoli, e le comunità caritatevoli cattoliche non riuscivano a sfamarli tutti; in più, fra papato e corte non scorreva buon sangue. Per aiutare i suoi più miseri sudditi, il sovrano commissionò all’architetto fiorentino un grandioso progetto: un gigantesco palazzo nel quale accogliere tutti gli sfortunati che avevano bisogno di un tetto sopra la testa, interamente finanziato dalle casse della monarchia: il Real Albergo dei Poveri non solo di Napoli, ma anche di Palermo. Carlo Borbone Farnese, quando nel 1734, dopo la vittoriosa campagna contro l’impero austriaco, il giovane principe, riconosciuto re anche per volontà del fratellastro Filippo di Spagna, si insediò a Napoli, le sue idee sul governo erano ben chiare: egli sarebbe stato un principe illuminato e non avrebbe ricalcato le orme delle vecchie monarchie dell’Ancien Régime, dotando il Regno di quelle infrastrutture necessarie al suo sviluppo. Nell’arco di poco tempo, anche grazie all’aiuto di Bernardo Tanucci, Carlo portò il Regno ...
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    16 min

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