Giulia Caminito, che nei suoi romanzi ha raccontato l’Africa, le marginalità, la sensazione di sentirsi estranea nei contesti sociali borghesi, ci introduce nell’avventurosa vita di James Baldwin, l’intellettuale che ha portato il fuoco nella pagine e lo spirito pacifista nella lotta. Da Harlelm a Parigi, da Malcom X ad Angela Davis, Baldwin ha attraversato alcuni degli estremi e delle contraddizioni del novecento, risultando profeta, precursore, attivista, grande grandissimo scrittore.

In una terra segregazionista come l’America fra le due guerre James Baldwin scopre a sue spese di non essere l’unico nero nella stanza. Lo scopre ad Harlem, ma lo capisce forse meglio a Parigi. Nadeescha Uyangoda mette a confronto la propria esperienza di autrice e di donna razzializzata con i percorsi di emancipazione del grande autore americano.

Paolo Giordano ha amato i romanzi di James Baldwin. In questo episodio ci svela l’incredibile magma letterario dell’autore di capolavori come “La stanza di Giovanni”. Tutta la sua potenza civile e sociale sono spesso rimarcate da una lettura militante e/o politica, ma è lo stile di Baldwin a renderlo inconfondibile. Molto più caldo del suo maestro Henry James. Punto di riferimento degli epigoni, da Toni Morrison a Paul Auster

Con malinconia poesia Ubah Cristina Ali Farah racconta il suo arrivo dalla Somalia all’Italia e la sua partenza verso Bruxelles. Una casa diventa tale, soltanto quando se ne sta lontani. E in questo desiderio di ritorno, in questa consapevolezza dell’inganno Ubah riesce nell’impresa di far sentire chi ascolta questo episodio sempre straniero, sempre a casa.

La vicenda autobiografica di Sabrina Efionayi ha prodotto un libro e un podcast di successo. Ma possono essere molti i tratti in comune fra le periferie campane e il degrado di Harlem. L’adolescenza è il luogo della lotta e della fragilità, e non è detto che le due cose non possano coesistere.

Con uno scritto rabbioso e Immaginifico, Djarah Kan ci porta a immaginare cosa significa essere un uomo nero e omosessuale, con spregio definito dalla sua comunità Martin Luther Queen e cosa significa essere una figlia di poveri ghanesi a Castel Volturno. Le vicende degli africani europei e degli afroamericani sono molto diversi, ma c’è un punto d’origine comune. E soprattuto un punto d’arrivo auspicato altrettanto comune.

Portare i tacchi, essere fermati agli aeroporti per il controllo a campione, ragionare sulle differenze e i privilegi di genere. Saif Ur Rehman Raja affronta con il suo romanzo d’esordio alcuni dei temi baldwianiani. Cosa vuol dire essere omosessuale e marrone in una società eteronormata? E cosa significa esserlo dentro la comunità musulmana pakistana? Significa pensare al futuro con amore. L’amore dei pochi che tengono in piedi e spingono in avanti il mondo.